Venticinque sono gli anni che Enzo Gragnaniello ha impiegato per percorrere i 250 metri che separano la casa dove vive dal Teatro San Carlo, il tempio della musica colta napoletana. Una distanza così breve, tanto tempo per percorrerla. Il libro è la storia di Enzo, un racconto scandito dalla sua musica, dai suoi successi, dai premi vinti, dai suoi incontri, con Murolo, con Mia Martini, dalla sua partecipazione a Sanremo, dalle sue canzoni per Boccelli. Ma è anche la storia di tanta altra gente, la storia di una città che sta cercando nuovamente di orientarsi, di un teatro che finalmente si ricorda dei propri figli (artisti e pubblico). In definitiva una storia del Sud. Al volume è allegato un CD musicale con 4 brani: L’alba, Il giardino di Nunzia, Il canto dei Sanfedisti, La murata.
Un libro-quaderno, a tratti quasi un diario, in cui i pensieri e le parole si mischiano ai disegni, ai colori della fanciullezza. Una parola capace di esprimere sensazioni ed emozioni conservando la spontaneità del bambino, quel fanciullo che ogni uomo nasconde in sé e che ancora riesce a godersi la vita come un gioco.
Questo volume è dedicato a Enzo Gragnaniello, cantautore di straordinaria qualità. Ha impiegato un quarto di secolo per percorrere i 250 metri che separano i Quartieri Spagnoli, dove vive, dal Teatro San Carlo in cui ha tenuto un concerto sui canti della Rivoluzione Napoletana del 1799. In tutta la vita non si è mai staccato dalle zone popolari della città e racconta volentieri le sue esperienze giovanili, anche difficili, per dimostrare che si può. Ha scritto canzoni ormai famose, come “Cu’ mmè” per Roberto Murolo e Mia Martini, come “’O mare e tu” best seller mondiale di Andrea Bocelli e Dulce Pontes, come “Alberi” lanciata al Festival di Sanremo in duo con Ornella Vanoni.
Hanno detto di lui
“Chi sta cantando? È magnifico, è qualcosa di profondo davvero, un blues mediterraneo”.
(Tom Waits, nel backstage del teatro Ariston al Premio Tenco 1986)
“Ho cantato canzoni dei più grandi cantautori italiani e stranieri, alcuni di loro hanno scritto apposta per me delle cose bellissime, ma c’è un compagno di viaggio a cui tengo particolarmente: solo Enzo Gragnaniello è riuscito a scrivere canzoni facendomi provare l’emozione di averle scritte io”.
(Mia Martini)
“Enzo Gragnaniello è uno dei pochi in grado di scrivere moderni classici napoletani. È per questo che gli ho chiesto di scrivere qualcosa per me, divertendomi a misurarmi con la Napoli che guarda al futuro”.
(Roberto Murolo)
“Sono sempre stato attento a quanto arriva da Napoli. E sono sempre stato un estimatore di Enzo. Meritava il successo dieci anni fa, forse anche venti. Ormai è suo di diritto, anche perché è tra i pochi “novissimi partenopei” a non avere mai accantonato i classici di Bovio e Di Giacomo”.
(Renzo Arbore)
“I cantautori di Napoli credono di essere i depositari della verità. Tra le eccezioni più uniche che rare c’è Gragnaniello. Ho inciso una sua canzone “Cercami”, proprio perché affascinato dalla sua poetica, fatta di immagini più che di slogan”.
(Adriano Celentano)
“È una forza della natura. Canta l’amore e l’odio, sa essere insieme viscerale e delicato. All’Ariston questa volta mi sono sentita benissimo, ero ospite di un talento che deve diventare di pubblico dominio”.
(Ornella Vanoni)
“La canzone italiana nasce con la canzone napoletana. Ecco perché mi piace cantare canzoni napoletane. Quando ho ascoltato “’O mare e tu” mi sono convinto che Gragnaniello fosse l’autore giusto per me, capace di prestarmi versi e suoni insieme classici e moderni”.
(Andrea Bocelli)
“Abbiamo passato una giornata a Capri a cantare, ad ascoltare versi, melodie, appunti. Poi è dovuto scappare e quando ci siamo risentiti è nato il mio duetto con Bocelli. “’O mare e tu”: un viaggio tra Napoli e Lisbona che sarebbe piaciuto a Pessoa. Spero di lavorare presto ancora con il mio amico Enzo, di cantare insieme a lui”.
(Dulce Pontes)